IUL, IL PICCOLO PITTORE 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Iul&Co. 2009-2024  
CHI ERA IL DIO MERCURIO? 
Solo gli antichi romani lo chiamavano Mercurio, per i greci il dio con le ali ai piedi creduto il messaggero degli dei, era Hermes, figlio di Zeus e della ninfa Maia, ma per entrambi questi due popoli, venne inteso come la personificazione del vento. Questo dio fu perciò protettore di tutto quanto era inconsistente come l'aria. Proteggeva gli avvocati, i quali si rivolgevano a lui per farsi ispirare brillanti oratorie (inconsistenti come l'aria) e anche i mercanti, che lo pregavano per ottenere sempre maggiore capacità di eloquenza (altrettanto inconsistente come l'aria) in modo da poter vendere meglio i loro prodotti.  
A Mercurio/Hermes, si rivolgevano a dire la verità in molti, tutti quanti avevano a che fare con gli spostamenti veloci, simili a quelli del vento quando passa e se ne va in fretta, tra cui vi erano i viaggiatori.  
Prima dei greci e dei romani, Mercurio esisteva già per le popolazioni di origine minoica che popolavano la Grecia. Egli era visto (sempre come dio del vento) in grosse pietre attorno a cui si compivano riti. Lo si pensava un dio sapiente e persuasivo ed è per questo che lo si volle come araldo degli dei nelle generazioni successive. Quello che conta è però la accettazione di questa divinità dalle genti per millenni e millenni e che di conseguenza, i poeti più bravi gli dedicarono molti dei loro lavori.  
Tra le favole mitologiche più rappresentative che parlano del carattere di Mercurio, vi è quella scritta da Omero, essa racconta:  
-Quando Hermes nacque sul monte Cilene, sua madre Maia lo avvolse nelle fasce e lo depose in un canestro, ma egli con sorprendente velocità, si trasformò in un ragazzino e appena la dea gli voltò le spalle, balzò fuori dalla culla per andare in cerca di avventure. Giunto nella Peria dove Apollo custodiva una magnifica mandria di vacche, egli decise di rubarle e affinché Apollo non lo riacciuffasse seguendo le tracce degli animali, fabbricò alla svelta per sé delle babbucce con la corteccia di una quercia caduta e legò agli zoccoli delle vacche dei fili d'erba intrecciati.-  
Insomma come cita questa favola, Hermes era creduto un dio scaltro che quando passava vicino a qualcuno, poteva portargli via quanto aveva nello stesso modo di un forte vento distruttivo, ma se voleva, si trasformava anche in dolce e carezzevole portando messaggi d'amore o favorendo i commerci.  
Mercurio fu tra gli dei pagani più raffigurati in pittura e nelle favole più amate dai pittori, vi è quella dedicata alla liberazione di Io, una fanciulla sacerdotessa della dea Era che però, cadde in disgrazia ai suoi occhi.  
Così racconta un'antica favola:  
-Un giorno Giove (detto Zeus dai greci) si innamorò della bella Io e per un po' tutto andò bene. Quando però la moglie Giunone (detta Era dai Greci) scoprì la sua infedeltà, egli a scopo di proteggere la giovane dall'ira della consorte, la trasformò in una vacca. Intendeva dimostrare che di Io non gli importava nulla e di essere accusato ingiustamente, ma purtroppo non fu creduto.  
Era non si fidava del marito e pretese la custodia della vacca mandando in tal modo a monte il piano di Zeus di ritrasformare Io in fanciulla al più presto.  
Era affidò la bella Io ormai trasformata in vacca, al mostro Argo che possedeva cento occhi, ordinandogli di tenerla sempre legata ad un albero di ulivo.  
Giove comandò allora ad Hermes di liberarla, essendo l'unico a suo avviso in grado di spuntarla contro Argo. Nessuno era mai riuscito a sconfiggere quel mostro, dotato oltre che di cento occhi, anche di una incredibile forza.  
Mercurio sapeva che Argo fedelissimo alla dea Era, non si sarebbe mai lasciato persuadere nemmeno dalla sua famosa eloquenza a liberare Io, perciò si affidò interamente alla sua astuzia.  
Abilissimo a suonare un flauto magico, il dio con le ali ai piedi fece addormentare il mostro, uccidendolo dopo con una pietra.  
Io fu così liberata e Giove poté farla ritornare la bellissima fanciulla che era, prima di essere punita da sua moglie.  
Mercurio si dice fosse anche colui che scrisse i 42 libri della conoscenza, contenenti tutto il sapere umano. Il suo scritto più famoso è la Tavola di Smeraldo, una lastra di smeraldo incisa con un diamante, la quale secondo la leggenda, fu ritrovata da Alessandro Magno.  
Tantissimi sono i quadri che immortalano questo dio, amici! E non per nulla, Mercurio fu un dio molto importante nell'antichità!  
(FAGR 20-04-2011) 
 
FAGR-Editore 
Falsi d'Autore Giulio Romano 
 
I LIBRI DI  IUL, IL PICCOLO PITTORE